La profilassi primaria a base di Letermovir previene la riattivazione dell'infezione da citomegalovirus dopo trapianto di cellule staminali ematopoietiche da donatore allogenico aploidentico
Una revisione ha evidenziato che il nuovo agente antivirale Letermovir ( Prevymis ) risulta efficace nella prevenzione primaria dell'infezione da citomegalovirus ( CMV ) tra i destinatari del trapianto di cellule staminali aploidentiche.
E' noto storicamente che nei pazienti non-sottoposti a profilassi i tassi di riattivazione del citomegalovirus entro 100 giorni sono compresi tra il 60% e il 66%.
Il Citomegalovirus è una complicanza comune tra i pazienti sottoposti a trapianto di cellule staminali ematopoietiche ( HSCT ), allogenico.
La riattivazione è risultata collegata a una serie di complicanze dopo il trapianto ( malattia del trapianto contro l'ospite [ GVHD ] acuta e cronica, fallimento dell'innesto, insufficienza di più organi, infezioni batteriche e fungine ) e a un più elevato rischio di mortalità.
Un precedente studio aveva dimostrato la potenziale efficacia della profilassi con Letermovir. Tuttavia, oltre i due terzi della popolazione in studio ha ricevuto trapianti di donatori abbinati, non-correlati o di pari livello.
E' stata valutata l'incidenza della riattivazione dell'infezione da CMV prima e dopo il giorno 100 tra i 28 destinatari dei trapianti HSCT aploidentici sieropositivi a CMV ( età mediana, 52.5 anni; intervallo, 23-73; 50% uomini ) tratatti con Letermovir come profilassi primaria nel periodo 2018-2019.
Diciassette pazienti ( 60.7% ) avevano donatori sieropositivi per CMV.
Le indicazioni principali per il trapianto HSCT includevano leucemia mieloide acuta ( 50% ), sindrome mielodisplastica ( 14.3% ), anemia aplastica grave ( 7.1% ) o altre malattie ( 28.6% ).
Sedici pazienti ( 57.1% ) hanno ricevuto cellule staminali derivate dal sangue periferico e 12 ( 42.9% ) hanno ricevuto cellule staminali derivate dal midollo.
La maggior parte dei pazienti è stata sottoposta a condizionamento a intensità ridotta con Fludarabina, Ciclofosfamide e irradiazione totale del corpo.
I pazienti hanno ricevuto la profilassi di Letermovir dal giorno 16 al giorno 100. Successivamente hanno ricevutoValaciclovir ad alte dosi, somministrato in dosi di 2 g tre volte al giorno, fino al giorno 365.
Sono stati utilizzati i test di reazione a catena della polimerasi ( PCR ) a partire dal giorno 20 per monitorare i titoli di CMV.
Il monitoraggio ha avuto luogo due volte alla settimana fino al giorno 100, e in seguito una volta a settimana fino al giorno 365.
La terapia preventiva è stata iniziata a una soglia di CMV di almeno 125 UI/mL tra il giorno 20 e il giorno 100 e almeno 250 UI mL dopo il giorno 100.
I pazienti che hanno manifestato riattivazione dell'infezione da CMV durante il trattamento con Letermovir sono passati alla profilassi con Valaciclovir ad alte dosi fino al giorno 365.
Cinque pazienti ( 17.8% ) hanno sviluppato la riattivazione dell'infezione da CMV prima del giorno 100 ( mediana, giorno 28; intervallo, 24-67 ).
Dei rimanenti 23 pazienti, 5 ( 21.7% ) hanno sviluppato riattivazione del virus CMV dopo l'interruzione di Letermovir al giorno 100 ( mediana, giorno 138; intervallo, 117-156 ). Questo aumento non è risultato significativo.
Un paziente con riattivazione del CMV ha sviluppato malattia GVHD che ha richiesto il trattamento con corticosteroidi ad alte dosi.
Dallo studio è emersa l'efficacia della profilassi primaria con Letermovir per prevenire la riattivazione dell'infezione da CMV.
Dato l'aumento del tasso di riattivazione del CMV dopo il giorno 100, Letermovir potrebbe potenzialmente essere usato come profilassi secondaria.
Studi futuri dovrebbero valutare la durata ideale della profilassi per questo gruppo di pazienti ad alto rischio, nonché confrontare i tassi di riattivazione tra i pazienti che ricevono Letermovir o Valaciclovir ad alte dosi. ( Xagena2020 )
Fonte: TCT | Transplantation & Cellular Therapy Meeting, 2020
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